Un po’ di storia della produzione di viti (dagli albori)

Storia produzione viti

La vite è un elemento che siamo abituati a vedere quotidianamente attorno a noi, poiché molti degli oggetti che ci circondano sono ancorati proprio attraverso questo elemento. Quello che appare scontato al giorno d’oggi è stato in realtà una scoperta che ha cambiato il modo di concepire l’edilizia e la vita di tutti i giorni, per la possibilità di applicare un principio dell’ingegneria così semplice a ogni aspetto della costruzione. Vi siete mai chiesti chi è stato il primo a capire l’importanza di un perno rotante e in che modo la funzionalità e l’applicazione si sono evolute nel corso dei secoli.

L’origine della vite

Per risalire alla nascita della vite da lavoro è opportuno tornare decisamente indietro nel tempo, giungendo fino al matematico greco Archita, considerato già all’epoca ma soprattutto più recentemente il padre dell’ingegneria così come siamo in grado di concepirla oggi. La sua vita inizia nel 428 a.C. e termina nel 347 a.C., un lasso di tempo piuttosto lungo che sfruttò in maniera del tutto proficua per scoprire interessanti elementi per migliorare la vita quotidiana e civile delle persone. Di Proclo è invece la testimonianza scritta e attendibile dell’individuazione da parte di Apollonio di Perga dell’elica cilindrica, inserita tra le curve omeomeriche. Si tratta in sostanza della dimostrazione che la curva può scorrere agevolmente su se stessa, lo stesso principio che venne applicato poco dopo per consentire alla vite di svolgere adeguatamente la sua funzione. Nel primo secolo a.C. già erano in uso delle embrionali viti in legno che servivano a fissare le varie botti contenenti il vino, trasportate via terra e via mare per favorire il commercio interno ed esterno. Era molto importante che i contenitori fossero adeguatamente resistenti e i vari elementi che li componevano venissero fissati tra loro in sicurezza, per evitare di vanificare il lavoro di mesi interi. Tuttavia è giunta fino a noi una testimonianza ancora più antica da parte di Lucio Russo, che in questo caso attribuisce il primo impiego della componente nel trasporto dei tronchi nel II secolo a.C.; lo stesso Erone di Alessandria riferisce la medesima condizione, mostrando come fosse considerato estremamente efficace questo metodo considerato così utile e innovativo.

L’evoluzione della vite: dal legno al metallo

Per poter osservare una vite vera e propria per come la concepiamo attualmente a livello di materiale è necessario attendere il XV secolo, quando l’Europa divenne un terreno di forte innovazione e si pensò di migliorare elementi che facevano parte della vita quotidiana ma potevano essere potenziati nella loro funzionalità. Tuttavia si trattava di componenti che avevano un costo piuttosto elevato, poiché per la loro produzione era necessaria l’opera di un fabbro professionista che si occupasse della realizzazione di ogni singolo oggetto. La precisione con cui ogni vite veniva portata a termine era pertanto massima, ma i tempi previsti per una creazione consistente decisamente lunghi e macchinosi. Solo le persone più facoltose potevano pertanto permettersi l’utilizzo di un materiale così resistente allo sforzo e all’usura del tempo, che consentisse agli oggetti da comporre di mantenere la forma prestabilita.

La produzione in serie

Bisognerà attendere il XVIII secolo per poter arrivare a una diffusione più consistente del prodotto, che divenne imprescindibile nel settore dell’edilizia e della piccola e grande produzione. Si tratta infatti del secolo che vede la nascita della produzione in serie, che consente la possibilità di riprodurre il medesimo elemento molteplici volte a una velocità decisamente superiore, così da ottenerne molte varianti in un lasso di tempo prestabilito. A calare notevolmente è quindi anche il costo, determinato soprattutto dalla scarsa circolazione o meno dell’oggetto. La nascita dell’industria moderna determina pertanto un’ampia diffusione della vite in tutti i settori, andando ad incrementare altri settori relativi alla costruzione di mobili ed edifici. La forma e la struttura è rimasta la stessa negli anni, ma la specializzazione è cresciuta di livello e con questa anche le tipologie disponibili sul mercato. Si iniziarono pertanto a creare elementi di varie dimensioni e spessori, grazie anche al lavoro dell’ingegnere inglese Henry Maudslay, che ideò il tornio per la realizzazione di viti da lavoro. Il suo fu il primo brevetto depositato al mondo relativo a questo elemento, seguito l’anno successivo da quello di David Wilkinson, che doppiò la scoperta aggiungendo alcuni accorgimenti a suo parere molto utili.

La Guerra Mondiale

Le due Guerre Mondiali, soprattutto la seconda, vide un incremento ancora ulteriore della produzione di viti, indispensabili nella creazione di armi e altri mezzi da combattimento. Inoltre, per favorire lo scambio tra nazioni alleate, si pensò di standardizzare il più possibile la filettatura, così da provvedere tutti all’approvvigionamento del compagno nel caso fosse necessario. Alcuni stati, infatti, avevano impianti industriali decisamente più avanzati e pertanto potevano vantare una realizzazione decisamente più importante e continua nel tempo. Pertanto avviarono un processo costante e riuscirono a rivendere i pezzi a tutta Europa, guadagnando anche ingenti somme di denaro con un elemento di fondamentale importanza per ogni fase della guerra. Nessuno poteva infatti permettersi di rimanere senza mezzi e quindi i fondi rimasti, seppure esigui, vennero spesi tutti per potenziare l’armamento.

I tempi moderni

In tempi più recenti fu lo statunitense J.P. Thompson a inventare la vite con testa a croce, mentre prima l’unica variante diffusa era quella con lo spacco centrale. Vendette successivamente il brevetto a Henry Phillips, che possedeva già una propria società ma non riusciva a trovare un’azienda che volesse produrre questa innovativa variante del prodotto. L’unica a credere nel miglioramento fu la American Screw Company, una giovane ditta che si dedicò interamente alla realizzazione del modello, ottenendo nel corso del tempo un successo del tutto inaspettato. Ancora oggi tendiamo ad utilizzare maggiormente questa variante, poiché decisamente più semplice da avvitare e perfetta in diversi contesti, da quello domestico e faidate a quello maggiormente professionale e industriale.